L’istituto dell’amministrazione di sostegno può essere applicato non soltanto a favore delle persone anziane, ma anche nell’interesse delle persone diversamente abili.
Anzi, sarebbe opportuno che i familiari di una persona affetta da disabilità attivassero tale procedimento di volontaria giurisdizione, sin dall’esordio della malattia invalidante ovvero al raggiungimento della maggiore età del loro caro, allo scopo di garantire i necessari strumenti di assistenza per tutta la durata della sua vita.
In tal modo, l’amministrazione di sostegno assicura la tutela delle persone più indifese anche – e soprattutto – in caso di premorienza dei loro genitori o familiari.
Salvo che il Giudice non riscontri circostanze che impongano la nomina di un amministratore di sostegno esterno alla famiglia, il Tribunale del luogo di residenza ovvero domicilio del beneficiario nominerà, quale amministratore di sostegno per la persona affetta da disabilità, un parente, il quale – se disponibile ad assumere l’incarico – sarà comunque tenuto all’obbligo di rendiconto annuale del proprio operato.
Sono Avvocato iscritto presso l’Ordine degli Avvocati di Como e mi occupo prevalentemente di diritto civile. Svolgo, inoltre, incarichi di Amministratore di sostegno e Curatore dell’eredità giacente, presso il Tribunale di Como.
Dopo aver conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza, ho iniziato la pratica forense, accorgendomi, sin da subito, di trarre maggior soddisfazione dalla conduzione delle pratiche stragiudiziali rispetto a quelle giudiziali e, pertanto, nel 2011 mi sono iscritta ad un corso di formazione per mediatori civili e commerciali, divenendo così mediatore ancor prima dello scadere del termine obbligatorio di praticantato.
Nel corso degli anni, operando come mediatore ho potuto apprezzare le enormi potenzialità dell’istituto di ADR, con specifico riferimento alla possibilità per le Parti di definire le controversie attraverso accordi aventi – persino – oggetti più ampi, rispetto a quelli indicati nella domanda introduttiva del procedimento.
Ho scelto DPL perché applica un modus operandi molto attento alle emozioni ed alle sensazioni delle Parti, preoccupandosi in primo luogo di accogliere le persone, a prescindere dalla materia trattata in mediazione.