“I PRIMI MESI DEGLI UPP SONO STATI UN INVESTIMENTO IN FORMAZIONE IN VISTA DEL RAGGIUGIMENTO DEGLI OBIETTIVI PREVISTI DAL PNRR GIUSTIZIA”
Quattro domande al Responsabile per il coordinamento degli affari per il settore penale, Presidente dott. Marco Tremolada, delegato dal Presidente del Tribunale, responsabile dell’UPP del Tribunale di Milano
1) A che punto è il completamento degli inserimenti degli addetti all’Ufficio per il Processo con i nuovi ingressi dello scorrimento nazionale? 2) Quali sono le maggiori difficoltà incontrate lungo il percorso di questi mesi per il loro inserimento? 3) Quale è il loro contributo presso gli Uffici giudiziari e la Cancelleria? 4)Che cosa si aspetta per il primo step a dicembre dal punto di vista dei risultati da raggiungere?
Dopo avere fotografato con un sondaggio social lo stato d’animo degli addetti all’ufficio per il processo (di seguito upp) inizia questo mese un percorso di interviste sul tema del ruolo attuale degli upp agli altri attori del settore della giustizia a cominciare dai giudici togati a cui sono fra l’altro assegnati gli addetti all’ufficio per il processo. Per avere un quadro quanto più possibile d’insieme le quattro domande sono state rivolte al dott. Marco Tremolada che nel Tribunale di Milano svolge il ruolo di coordinatore del settore penale, delegato a riferire al CSM della gestione degli addetti upp sia dell’ambito penale che civile, oltre ad essere come Presidente della Settima Sezione penale anch’egli responsabile dell’articolazione sezione dell’UPP e giudice assegnatario.
A che punto è il completamento degli inserimenti degli addetti all’Ufficio per il Processo con i nuovi ingressi dello scorrimento nazionale?
“Gli ultimi 73 assunti, provenienti dalle regioni del Centro e Sud Italia, con lo scorrimento nazionale del 22 giugno hanno coperto interamente l’organico previsto dal piano del PNRR per il Tribunale di Milano raggiungendo il numero di 293 addetti upp, che sono attualmente equamente divisi fra ambito civile e penale.” Un segno di gradimento, quello del completamento degli organici per il Tribunale Meneghino, in un contesto in cui il Distretto di Corte di appello di Milano ha ancora 55 posti vacanti al pari di tutti gli altri distretti del Nord, dai 51 di Brescia agli 80 di Torino, per complessivi 387 posti ancora non coperti. Tornando alla descrizione della realtà di Milano “In ambito civile una parte importante è stata destinata alle sezioni immigrazione e protezione internazionale (35 unità) e lavoro (18), mentre in ambito penale una pari attenzione nella distribuzione delle risorse è stata dedicata agli uffici del Gip (48 unità) e all’ambito delle archiviazioni e dei decreti penali di condanna. Questi settori hanno nella maggiore necessità di intervento per lo smaltimento dell’arretrato e nella conseguente situazione di sofferenza per contro il rovescio della medaglia nella possibilità di ottenere i maggiori margini di miglioramento del proprio indice di ricambio, ossia del rapporto tra pratiche in entrata e pratiche in uscita definite”.
Quali sono le maggiori difficoltà incontrate lungo il percorso di questi mesi per il loro inserimento?
“Partiamo da dove ci sono state le minori difficoltà: i tirocinanti ex art.73 e gli avvocati con una pratica e predisposizione ai servizi di cancelleria sono quelli che rispettivamente nel supporto al giudice e nel lavoro di cancelleria si sono integrati e inseriti con maggiore rapidità ed efficacia. Per gli altri, e sono la maggioranza, dopo la formazione di 22 ore di carattere generale e teorica del Ministero di Giustizia, sono stati i singoli giudici e cancellieri a farsi carico della formazione che ha reso gli addetti upp in questi mesi più un investimento in formazione che una risorsa. Percepisco comunque dai riscontri dei colleghi togati che in questi giovani si vede un entusiasmo, una disponibilità e un impegno che cominciano a dare i primi frutti. Questa prima fase formativa sta quindi producendo risultati in termini di competenze professionali degli addetti upp, anche ex avvocati, che devono cambiare l’abito indossato nella precedente vita professionale per indossarne uno che richiede una duplice mansione di cancelleria e di supporto al giudice. Questa inedita pluri specializzazione dell’addetto upp rappresenta sicuramente un elemento di “complessità” nello svolgimento e nell’apprendimento delle mansioni che non può non comportare un certo livello di difficoltà almeno iniziale” (N.d.R. Le materie del concorso erano diritto pubblico, ordinamento giudiziario e inglese)
Qual è il loro contributo presso gli Uffici giudiziari e la Cancelleria?
“I primi risultati si sono già visti dopo i primi due mesi nelle attività di cancelleria e anche nelle attività di supporto al giudice per i provvedimenti più semplici e seriali. In particolare, l’aumento della produttività si registra dove maggiormente sono state destinate le risorse ossia immigrazione e protezione internazionale e per il Gip nell’ambito delle procedure di archiviazione e nei decreti penali di condanna. Senza dimenticare quanto nel penale si stia dimostrando utile la loro assistenza per la verbalizzazione in udienza e il contributo che offrono prima e dopo le udienze. Il che vale naturalmente anche per il civile con le naturali differenze di rito.”
Che cosa si aspetta per il primo step a dicembre dal punto di vista dei risultati da raggiungere?
“Per quanto riguarda gli obiettivi di performance affidati dalle singole sezioni agli addetti upp per quanto importanti questi sono solo una base di partenza per il raggiungimento degli obiettivi del PNRR. Bisogna infatti creare un circolo virtuoso in termini di tempo dedicato al lavoro che un addetto upp efficiente non sottrae al giudice assegnatario nella misura in cui lo stesso upp sa gestirsi in autonomia. Un giudice sgravato delle incombenze pre e post udienza oltre che dei provvedimenti più semplici e seriali non potrà che contribuire insieme al suo addetto al raggiungimento degli obiettivi che l’Europa ci ha posto. Certamente così come nelle sezioni dove maggiori sono le risorse impiegate e in cancelleria si vedono già i risultati, allo stesso modo c’è da aspettarsi che l’investimento in formazione di ciascun giudice sul proprio addetto upp, investimento che è ancora in corso, potrà produrre i suoi effetti già a fine anno e su questo mi sento di essere ottimista”.
Un ottimismo che si può condividere e che guardando per una volta lontano, molto lontano, al secondo scaglione di upp del 2024 si accompagna alla speranza della maggior parte degli operatori di trovare una formula che consenta di non disperdere, sempre nel rispetto di una procedura concorsuale, un patrimonio professionale costruito in due anni e sette mesi e che sarebbe davvero un peccato non utilizzare per il secondo scaglione, correndo il concreto rischio di ricominciare da capo un nuovo processo di formazione. Tanto più in ragione del costo economico non trascurabile nel bilancio annuale dello Stato di 8250 addetti, numero peraltro non ancora raggiunto e difficilmente raggiungibile considerati i 387 posti ancora vacanti al Nord, che ammonta a ben 360.142.194,80 € a fronte di una retribuzione lorda di 29.342,26 € oltre quanto previsto per trattamento accessorio e rinnovo del contratto per ogni addetto all’ufficio per il processo. Si tratta di una parte di quei 2,282 miliardi di euro investiti sul capitale umano che l’Europa ci darà solo al raggiungimento dell’obiettivo di riduzione del disposition time nei tre gradi di giudizio del 40% nel settore civile e del 25% nel settore penale rispetto ai dati del 2019 oltre alla riduzione, sempre rispetto al 2019, dell’arretrato civile ai sensi della legge Pinto, del 90% in Tribunale e in Appello.