Il nuovo Codice della crisi di impresa DL 24/8/2021 n. 118 e il connesso Decreto Dirigenziale del 28/9/2021, istituiscono la figura dell’ “Esperto Negoziatore Per la Composizione della Crisi d’Impresa” colui cui è demandato il compito di agevolare accordi fra i creditori e l’imprenditore in funzione della concretizzazione del risanamento.
Da appassionata del diritto commerciale e credendo fermamente nella mediazione commerciale, non mi perdo l’opportunità di iscrivermi al corso di 55 ore obbligatorio per poter acquisire l’abilitazione a svolgere tale compito.
Durante il corso mi rendo conto che, al di là delle competenze aziendali specifiche del settore impresa, la qualità imprescindibile che viene richiesta al Negoziatore per poter svolgere efficacemente il suo ruolo, è “saper mediare”.
Faccio allora mente locale su quanto appreso in questi anni da mediatore per comprendere come i concetti di comunicazione, empatia, relazione personale, possano essere calati nella realtà della crisi di impresa.
Mi rendo conto che anche la contrapposizione fra creditore e debitore altro non è che un conflitto e che alla base ci sono sempre delle “persone” con i loro percorsi di vita, con le loro esperienze, le lor debolezze, come in qualunque altro “conflitto personale” ma con particolari e più accentuate ripercussioni sull’aspetto economico.
Ecco quindi sfatato il luogo comune che fra centri di interesse definiti “impersonali” non è possibile mediare.
Certo che in un conflitto di impresa le leve utilizzabili per riuscire a facilitare l’accordo sono: conoscere la storia dell’impresa, sapere perché sono state fatte delle scelte aziendali piuttosto che altre, ma, anche conoscere personalmente le persone che la dirigono, ed ecco che entrano in gioco la comunicazione verbale e non, l’empatia, la relazione interpersonale, ovvero, tutto ciò che tipicamente serve al mediatore per creare le condizioni base necessarie per iniziare il percorso risolutorio del conflitto.
Solo attraverso l’insieme di tutto ciò il “negoziatore” potrà comprendere le ragioni sottese alle difficoltà aziendali, e le dinamiche imprenditoriali diventeranno lo strumento per poter mettere in pratica le regole di una efficace mediazione, e gettare quindi le basi per accompagnare l’imprenditore nel processo di risanamento.
Insomma, un buon Negoziatore dovrà essere necessariamente un bravo Mediatore!
Avv. Anna Carla Mangione
Studio Legale MAFE
P.zza Virgilio 3 – 20122 Milano
anna.mangione@studiolegalemafe.ti
Sono un avvocato, mediatore DPL, mi occupo di PMI sono curatore speciale presso il Tribunale di Milano sezione Imprese.
Sono diventato mediatore perché nel mio lavoro di curatore speciale mi sono accorta di avere una propensione naturale verso la risoluzione di conflitti, e, quindi ho incontrato DPL che mi ha dato gli strumenti per poter maggiormente rendere efficace la mia predisposizione.
Sono diventato mediatore perché mi sono resa conto che il conflitto è parte del nostro essere “umani”, e che non bisogna evitarlo ma sfruttarlo per migliorare sé stessi