In tema di responsabilità in capo al medico specializzando è necessario fare un po’ di chiarezza.
Vediamo di affrontare, seppure in modo sintetico l’argomento.
Prima di tutto si deve comprendere che il medico specializzando non è presente in struttura per la sola ed unica formazione professionale, né la sua è una semplice presenza passiva; si tratta pur sempre di un laureato in medicina e chirurgia, dotato di un’autonomia che, seppur vincolata al rispetto delle direttive impartite dal tutore, lo espone a responsabilità per gli atti compiuti. Pertanto, non si deve commettere l’errore di pensare che il medico in formazione specialistica sia esente a responsabilità dato che tende ad eseguire solo ordini imposti dai suoi superiori. Deve essere bandito, quindi, l’accostamento comune del medico specializzando ad un impotente esecutore di ordini.
È doveroso precisare che durante l’esercizio della professione: dal momento in cui lo specializzando accetta la cura di un paziente e lo prende a carico pur non avendo le competenze adatte, egli si rende responsabile di ogni errore commesso nei confronti del paziente in cura. Sul punto, si è espressa una recente sentenza della Cassazione (precisamente la n.26311/2019) che ha ribadito il concetto secondo cui il medico specializzando “non può essere considerato un mero esecutore d’ordini del tutore anche se non gode di piena autonomia”.
Il dovere di diligenza
Il concetto espresso prima, ovvero quello di colpa così detta in termini tecnici per assunzione, trova la sua giustificazione nel dovere di diligenza. Nel caso della responsabilità del medico specializzando, il dovere di diligenza si concretizza nella capacità (e nell’obbligo) del medico in formazione specialistica di astenersi dal porre in essere azioni che possano determinare reati colposi. Questo dovrebbe avvenire grazie al buon senso del medico specializzando, che si dovrebbe rendere conto autonomamente di non essere ancora in grado di espletare azioni o prestazioni che richiedano una certa capacità e cognizione tecnica.
Riassumendo, si evince chiaramente che lo specializzando che, sbagliando, provochi una lesione o addirittura la morte del paziente sotto la sua responsabilità, sarà chiamato a rispondere penalmente del reato (per lesione od omicidio).
Dott.ssa Simona Loprieno
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Sin da quando ero studente alle scuole superiori, grazie alla mia insegnante di diritto, è nata in me la passione per l’affascinante materia del diritto. Poi, con il trascorrere del tempo, maturò in me il desiderio di diventare da grande un avvocato concependo la professione come uno strumento per poter difendere e tutelare i più deboli e coloro il cui diritto era stato violato, mettendo a disposizione la mia conoscenza giuridica.
Con tale desiderio e obiettivo nel 2004 conseguo la laurea in Giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano.
Nel 2005 intraprendo l’attività professionale a Milano presso studi di diritto civile, dove ha inizio la mia formazione principalmente in materia di diritto di famiglia e responsabilità medica.
Nel 2015 decido di continuare la mia attività professionale in proprio.
La particolare dimensione organizzativa del mio studio consente un rapporto diretto e personale con il Cliente.
A chi sceglie di rivolgersi allo Studio Legale Loprieno è garantita un’assistenza immediata, professionale e personalizzata con particolare attenzione alla persona nella piena tutela della sua privacy. È sempre gratificante essere uno strumento di aiuto grazie al quale il mio Cliente soddisfa la necessità di tutelare il proprio diritto leso esaudendo il suo desiderio e sete di giustizia.
Da sempre ho creduto fermamente nello strumento della mediazione come soluzione alternativa alla causa legale per risolvere i conflitti in modo efficace e celere: sono inoltre mediatore civile – commerciale.
Ho scelto DPL perché l’ho ritenuto da subito un organismo con una squadra di persone qualificate, competenti e professionali con la chiara visione di garantire servizi di alta qualità e professionalità.