Il ministero della Giustizia ha reso noti i dati statistici relativi alla mediazione nel 2023,
suddivisi per materia, per valore della controversia e per area geografica.
I risultati del monitoraggio segnano una crescita positiva delle soluzioni consensuali
dei conflitti, anche nelle materie obbligatorie. Nel 2021 i procedimenti pendenti finali
erano 141.480, nel 2022 155.122 e nel 2023 se ne sono registrati 178,182.
Tra le controversie maggiormente trattate in mediazione si confermano quelle in tema
di diritti reali (15 %), contratti bancari (13 %), condominio (13%) e locazione (10%).
Dai dati del periodo in questione risulta che l’aderente compare nel 52,5% dei casi. In
tal caso, l’accordo conciliativo è raggiunto nel 30,4% dei procedimenti.
Da una analisi a campione risulta che il successo della mediazione sale oltre al
48% quando le parti accettano di sedersi al tavolo anche dopo il primo incontro.
Nei procedimenti aventi ad oggetto franchising, consorzio, successioni ereditarie
divisione, affitto di aziende, contratti di rete e diritti reali le parti aderiscono in una
percentuale di casi superiore al 60%.
In merito alle categorie di mediazione, si conferma che la maggior parte dei
procedimenti riguarda la mediazione c.d. obbligatoria di cui all’art. 5, comma 1, d.lgs.
28/2010 (oltre l’80%), e che le tipologie di mediazione con maggiore probabilità di
successo sono proprio i procedimenti obbligatori ex art. 5, comma 1, nonché quelli
volontari (c.d. mediazione facoltativa).
Dopo l’entrata in vigore della riforma Cartabia è cresciuto anche il numero delle
mediazioni demandate dal Giudice, registrando nel secondo semestre 2023 un
aumento del 13%, di cui ben il 56% relativo alle materie dei contratti bancari e delle
locazioni.
La modalità di mediazione più utilizzata resta ancora quella “in presenza”, ma nella
seconda parte del 2023 le mediazioni telematiche hanno interessato il 34% del totale
dei procedimenti definiti.
Con riferimento all’avvocato in mediazione, si può notare l’importanza della presenza
sia nella mediazione obbligatoria che nella mediazione volontaria: nelle mediazioni
volontarie nell’89% dei casi i proponenti sono assistiti dal proprio legale, mentre il
76% dei chiamati in mediazione è assistito da un avvocato.
Per quanto riguarda la durata della mediazione, la procedura dura circa 179 giorni
(con aderente comparso e accordo raggiunto) rispetto alla media di 406 giorni del
contenzioso ordinario.
Con riferimento all’oggetto della controversia, i migliori risultati riguardano i contratti di
subfornitura (52%), di franchising (50%), la materia dei diritti reali (42%) dell’affitto di
azienda e del comodato (40%), della divisione, delle società di persone delle
successioni ereditarie e della locazione tutti in una forbice dal 39 al 36%.Patti di
famiglia, contratti d’opera, condominio, consorzio e contratti di rete si concludono con
un accordo in un range tra il 30 ed il 25% dei casi.
Per quanto riguarda il valore della controversia, a concludersi con la conciliazione
sono soprattutto le controversie di valore contenuto tra i 1 mille e i 5 mila euro (55%)
seguite dalla fascia intermedia tra 5 mila e 25 mila Euro (dal 52% al 54%), diminuisce
invece l’esito positivo per liti di valore superiore ai 2 milioni e mezzo di Euro (9%).
Quanto alla distribuzione geografica, il Centro-Sud si colloca al primo posto con circa
il 25% di mediazioni sul totale nazionale, seguito dal Nord ovest al 23%: le regioni più
concilianti sono Lombardia, Lazio, Campania, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia.
I dati sopra riportati evidenziano una progressiva diffusione della mediazione e
dell’importanza del primo incontro di mediazione (non meramente informativo) e con
la partecipazione delle parti. Inoltre, è importante che accedere al più presto alla
mediazione per facilitare il raggiungimento dell’accordo conciliato, in quanto una volta
instaurato il giudizio diventa più difficile una soluzione transattiva.