Le persone che litigano per dividere un’eredità sono legate molto spesso da relazioni affettive e familiari complesse e problematiche ed il litigio sull’eredità diventa spesso un alibi per litigare sulle loro questioni affettive: a volte contendersi un patrimonio è un modo per (continuare a) contendersi l’affetto di chi non c’è più. Altre volte diventa un modo per riparare torti o disparità.
In questi casi la legge può regolare la divisione dei beni (dopo cause faticose e costose che invischiano le parti nelle aule dei tribunali), ma la lite e le emozioni negative persistono perché il conflitto dipende da relazioni familiari e da legami affettivi, da rapporti di forza e da mandati familiari che il diritto non può regolare.
La mediazione delle liti per causa di successione coinvolge proprio quei rapporti affettivi e relazionali tra gli eredi, che magari i coeredi fanno fatica a riconoscere, oltreché ad affrontare da soli. Anzi, gli eredi arrivano a delegare la gestione di una lite successoria agli avvocati proprio per evitare di confrontarsi con le persone che rappresentano i nodi lasciati irrisolti dal de cuius.
La mediazione aiuta i coeredi a discutere quelle “cose di famiglia” che sono il vero tema di conflitto, sepolto sotto il tema (più evidente) dell’asse ereditario, aiutandoli a trovare soluzioni coerenti con i loro interessi economici e con le loro esigenze relazionali.
Elena Gorini è un avvocato e un mediatore civile e commerciale e vive a Piacenza.
È diventata mediatore perché crede che il dialogo e l’ascolto siano risorse indispensabili per trovare soluzioni positive al conflitto
E Dpl incarna tutto questo.
È diventata mediatore perché crede che il dialogo e l’ascolto siano risorse indispensabili per trovare soluzioni positive al conflitto
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