Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione: preservare il presente per garantire un futuro.
È di pochissimi giorni fa la notizia dell’approvazione della Camera avente ad oggetto proposta di legge per la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione della Repubblica. La tutela dell’ambiente non è più una priorità solo per le nuove generazioni, che spesso hanno fatto sentire la propria voce su una questione divenuta ormai troppo urgente, e delle associazioni ambientaliste, ma diventa finalmente un’urgenza per tutti. La svolta riguarda nel dettaglio la tutela del patrimonio paesaggistico nonché di quello storico ed artistico, mediante l’introduzione di un nuovo comma nell’articolo 9 nonché la tutela dell’ambiente sancendo all’articolo 41 il principio secondo cui l’iniziativa economica dovrà necessariamente tenere conto anche della salute e dell’ambiente.
Ma di cosa si tratta in concreto?
Il nuovo comma dell’art. 9 va finalmente a sancire anche a livello Costituzionale ulteriori tutele, in aggiunta a quanto previsto nella legge 189 del 2004 per gli animali, disciplinando ulteriormente mediante la previsione di una riserva di legge statale, i “modi e le forme di tutela degli animali”, ricomprendendo sia gli animali domestici che gli animali da allevamento (per questi ultimi ci si auspica inoltre anche ulteriori provvedimenti a livello costituzionale).
L’articolo 41 dal canto suo, come preannunciato, si auspica che “l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”. Questo significa che lo sversamento di liquami nei fiumi a scopo produttivo sarà anticostituzionale e saranno previsti controlli ad hoc molto più severi rispetto a quelli già “esistenti”.
Non solo questo è un passo epocale e fondamentale (anche se molto tardo), ma fa si che per la prima volta nella Costituzione venga introdotto il riferimento all”’interesse delle future generazioni”.
Ora non resta che augurarsi che il tutto venga attuato nel concreto.
Dottoressa Eleonora Gambarini