La comunicazione e l’ascolto sono strumenti fondamentali per condurre una buona mediazione; strumenti che nel processo civile non trovano impiego.
Le parti in mediazione sono controparti nel giudizio, gli avvocati sono i difensori ed il terzo a comporre la lite è il giudice.
Nella mediazione civile e commerciale, che si basa sulla composizione amichevole della lite, le parti sono i protagonisti della vicenda, gli avvocati sono gli accompagnatori ed il terzo a comporre la lite è il mediatore imparziale, che non giudica e non emette sentenza, ma aiuta le parti a dialogare in maniera positiva tra loro senza convincimenti o pressioni di alcun genere.
Le domande hanno un ruolo fondamentale poiché aiutano le parti a capire, approfondire e ribaltare le loro posizioni iniziali per esplorare il mondo degli interessi che generano possibili soluzioni alla vicenda che li riguarda.
In giudizio troviamo forme processuali e sostanziali prestabilite, termini di prescrizione e decadenza, interessi ad agire, legittimazione attiva e passiva e la sua rigidità non consente di uscire da tali schemi.
Attraverso la Mediazione, invece, le parti possono trovare soluzioni diverse dalle regole e interpretazioni del diritto.
Paola Girolami si laurea in Giurisprudenza all’Università di Bologna e inizia subito il suo percorso lavorativo svolgendo la pratica forense presso studi che operano prevalentemente in materia civile. Consegue il titolo di Avvocato presso la Corte di Appello di Bologna ma si rende conto che le dinamiche legali non sempre soddisfano il suo desiderio di “aiutare” le persone a comporre un conflitto.
La conflittualità in certi casi è un momento naturale della convivenza sociale. Saperla gestire senza il bisogno compulsivo di ricorrere a un giudice esterno per ristabilire la giustizia, rappresenta per Paola uno stimolo ben più grande.
Collaborando come volontaria all’interno di un’associazione Onlus, che fornisce consulenza giuridica stragiudiziale presso l’Istituto penitenziario di Bologna, rafforza la sua convinzione che il conflitto nasca proprio da un bisogno insoddisfatto, da una situazione di frustrazione o di incapacità a comunicare in maniera adeguata. Il conflitto esprime spesso una specifica richiesta di aiuto.
Grazie al corso tenuto dalla dott.ssa Di Palermo, in seguito al quale consegue nel marzo 2017 il titolo di Mediatore Civile e Commerciale, rimane affascinata e incuriosita da tutto ciò che ruota attorno alla Mediazione. Certo, imparare dai conflitti è possibile, ma occorre lavorare su di sé per trasformarli in elementi salutari e non patologici nell’ambito delle relazioni interpersonali. Decide pertanto di approfondire la sua formazione in questo campo e nel febbraio 2020 diventa Mediatrice familiare.